Domanda:
viaggio in Andalusia per la Fiera d' Avril. suggerimenti?
2007-02-15 18:26:15 UTC
cosa vedere assolutamente? cosa evitare? si trova posto? mete particolari? qualche dritta, insomma...
Tre risposte:
alejandra leela
2007-02-19 07:26:42 UTC
Bellissima la feria de abril ,sono quasi tutti con el traje (vestito) andalusso e ballano la sevillanas il ballo di Siviglia Vai nello spazio della feria li ci sono le casettas(casette di legno e tela) le famiglie più importanti ne possiedono una,nella quale ospitano gli amici a mangiare tapas ,jamon , bere manzanilla e ballare la sevillanas fino all'alba. Non sò se conosci il flamenco, vedrai ti piacerà tantissimo Voglio venire anche io.........!!!! Hasta pronto
2007-02-16 07:04:21 UTC
www.lastviaggi.com
blu_sex
2007-02-16 00:45:55 UTC
Viaggio in Andalusia



Introduzione

Il viaggio, risalente a qualche anno fa, è stato effettuato, in compagnia del fidato amico Lino, a cavallo dei mesi di aprile e maggio, il che ha consentito di evitare le temperature estive che, specie nel sud, raggiungono livelli elevati.





Come spostarsi

Sia il trasferimento da e per l'Italia che gli spostamenti interni sono avvenuti in treno. All'epoca del nostro viaggio un servizio di cuccette da Roma con partenza da Genova intorno alle 18 terminava la sua corsa alle 5.50 al confine franco-spagnolo di Cerbère / Port Bou (non si legge Port Bu ma testualmente Port Bou, essendo catalano e non francese); di lì un treno in partenza verso le 7 consentiva di raggiungere Barcelona alle 9. Attualmente esiste una relazione diretta in partenza da Milano.





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Trattandosi di un viaggio itinerante che non prevedeva vita di albergo ma soste per il puro pernottamento, ci siamo orientati su sistemazioni che fornissero sufficiente pulizia e conforto senza inutili fronzoli. In questa fascia medio-economica c'è un'ampia scelta, oltre che tra gli Hotels, anche tra gli Hostales (HS), corrispondenti alle nostre pensioni e tra le Casas Huespedes (CH), camere per ospiti nelle abitazioni. Chi invece vuole trattarsi bene, può indirizzarsi ai famosi Paradores Nacionales, dai prezzi alti ma proporzionati al servizio offerto e al prestigio, essendo ricavati da castelli e da edifici storici. Qualunque sia la soluzione scelta, gli uffici del turismo spagnolo (sito www.turismospagnolo.it) di Milano e Roma possono fornire i relativi elenchi. Le tariffe attuali, a quanto sento, si vanno via via allineando ai livelli europei, facendo così che la Spagna non sia più quel paradiso dei viaggiatori squattrinati che era qualche anno fa.





In cucina

La cucina, molto gustosa, non delude mai, d'altra parte siamo nell'area mediterranea e l'assortimento degli ingredienti è analogo a quello italiano. Non c'è bisogno di elencare specialità che sono note a tutti, ma citazioni di merito devono comunque essere fatte per la paella, a base di riso allo zafferano con gli ingredienti più svariati; se la preferite con prevalenza di pesce chiedete specificamente Paella de pescado, in ogni caso non aspettatevi il meglio nei locali dove è esposta già pronta e la garanzia che sia espressa sta nel fatto che dobbiate aspettare una buona mezzora. Da raccomandare poi il gazpacho andaluso, zuppa fredda di verdure fresche tagliate a pezzetti, il maialino al forno (cochinillo asado), i calamari fritti o cotti nel loro nero (en su tinta), l'ottimo prosciutto (jamòn serrano) tagliato a mano, la zarzuela, simile alla nostra zuppa di pesce, e l'originalità della coda di toro (cola o rabo de toro).

Si mangia piuttosto tardi, tra le 14 e le 15 il pranzo e non prima delle 22 la cena. Per evitare collassi da crisi di fame, gli spagnoli hanno per fortuna inventato quel rituale che prende il nome di "ir de tapas" o "tapear", al quale anche i turisti si adeguano alla svelta. Andare per tapas significa spostarsi a tutte le ore da una "bodega" o "taberna" all'altra sbizzarrendosi tra i trionfali banconi che allineano una grande varietà di stuzzichini: frutti di mare, tortillas, fettine di prosciutto, insaccati, olive, sardine fritte, formaggi, peperoni saltati e tutto quant'altro si presti ad accompagnare un bicchiere di vino bianco fresco (copa de fino), che non di rado raggiunge i 15°. Se preferite i rossi, domandate espressamente vino tinto, ottimi ad esempio i Valdepeñas.

Una tra le possibili origini del termine tapa risale all'uso degli osti di porre un piattino con qualche oliva o acciuga a "tappare" il collo delle bottiglie di vino a protezione di polvere o insetti. Poi qualcuno cominciò ad allargarsi…

Tapear finisce per essere anche una vera e propria filosofia di comunicazione: in piedi al banco o seduti a un tavolino, si esprime al meglio l'indole socievole degli spagnoli ed è scontato attaccare discorso senza preamboli con i vicini come si farebbe con vecchi amici. Anche se non si conosce la lingua, ci si intende con facilità; ma non si dia per scontato che sia facile, visto che gli spagnoli si esprimono molto rapidamente, né che per farsi capire basti infarcire i discorsi di "s" finali come nelle peggiori macchiette cinematografiche e televisive. Piuttosto che rendersi ridicoli, usare l'italiano. E poi, tra popoli mediterranei, il linguaggio dei gesti funziona sempre.

Un singolare indizio per scegliere i locali migliori, oltre all'affollamento, consiste anche nella quantità di cartacce sparse sul pavimento: data l'abitudine di gettare tutto per terra e di spazzare di rado, la massa degli scarti è proporzionale alla frequentazione del locale rivelandolo così più o meno raccomandabile.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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